1. |
Skin
09:16
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SKIN
Il sole ferisce lo sguardo. Il caldo secca la lingua.
Occhi rossi colmi di vuoto. Il vuoto attorno che brucia.
La pelle secca, arida che cade a terra come neve.
Il ricatto della sete muove attorno il patetico scenario di normalità.
Trascinando i piedi di cemento sul cemento nel riflesso di uno specchio di cemento,
ammira cosa sei ora.
Inseguendo il tuo riflesso nel labirinto di sguardi vuoti,
nel vuoto della folla assetata di tempo, annegando tra sabbie mobili d'asfalto,
convinciti di vivere.
“Percorro il sentiero del tuo corpo, lo attraverso, mi travolge.
Non ti conosco, ti ritrovo. La tua pelle acuminata mi accarezza.
Trattengo il fiato, scendono lacrime, sputo il dolore, nascono spine.”
“Questo abbraccio ci respinge,
è un abbandono che ci accoglie,
è un tramonto che ci avvolge.
Mi ha scelto un veleno, divoro il dolore.”
“Ti stringo come se dovessi dire addio alla mia solitudine.
Aghi si insinuano tra gli spazi più profondi e nascosti della pelle.
I nostri corpi feriti si muovono dentro un'alba antica.
È la sensazione più vicina al calore che io riesca a sentire.
Ora il freddo è tutto ciò che riesco a sentire.”
“Non c'è più luce, solo buio, inesorabile, impalpabile buio...
Sento le spine fino in gola, mi trafiggono fino agli occhi, e tutto è nero.
E, mentre provo a non annegare nel mio sangue,
il vortice del tuo sguardo, dove potrei (vorrei) morire,
mi trascina giù negli abissi profondi dei tuoi occhi.
E se il dolore non mi spingesse via continuerei a trafiggerci
fino a che non rimarrà più carne a sostenerci,
fino a che solo cancrena infetterà ciò che resta di noi.”
Nell'ultimo minuto d'esistenza, ricordando sol'ora la tua mortalità,
bramando i tuoi sogni come se fossero diventati realizzabili,
si spegne il tuo cuore, divorato da chi non hai potuto che amare.
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2. |
Drain
07:03
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DRAIN
Sento il peso dei tramonti
Sui miei occhi coperti da lividi
Il sonno muore e sono al di fuori di me.
Quando smetto di vegliare sui miei sogni,
tu ritorni, tra schegge dei ricordi,
negli accordi della notte
Voglio solo finire per dimenticare il significato delle parole.
Voglio solo sentire gelo pungente che mi scuote dentro, che mi scuote dentro.
Voglio la pioggia. Voglio gelida pioggia. Voglio che scorra lungo mio corpo.
Voglio sentire la pelle bagnata, fredda e affamata di calore.
Voglio sentirla raggiungere tutto, ricoprirmi e proteggermi come un velo.
Voglio sentire la pelle annegare solo lei mi deve accompagnare.
Voglio che piova ovunque sia rimasto calore o l'inutile tremito di un bagliore.
Cruda la realtà si mostra, vanitosa, sorridente, spietata, ma così fedele...
Ora sento dentro tutto il buio fuori,
ma la tua assenza mi richiama con dolcezza,
con una lacrima che dissolve il mio sorriso
al ricordo del tuo viso,
che ho dipinto coi colori del mio vuoto.
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3. |
Rehash
12:58
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|||
REHASH
Immobile. Nella glacialità del mio sguardo solo visioni,
contorni, sfumature, lettere, echi mi raggiungono.
Un luce getta un'ombra nei miei occhi, dissolve il mio sorriso.
La mia testa è allagata, scendono gocce come fossero lame.
E sei il vuoto di questa stanza, e sono il vuoto in questa grigia distanza
Brucia l'assenza di te che mi resta. Solo il ricordo che brucia nella testa.
E’ il rimorso nelle vene che in vita tiene questa solitudine.
E anche solo per sperare di far piovere adesso brucio lo stesso.
Sento solo il vuoto che brucia come ghiaccio.
Mille schegge precipitano, come fossero lacrime di vetro.
I sogni in frantumi uccidono più di questi giorni vuoti.
Frammenti di lucidità fatta a pezzi dal senso di colpa.
E sono il vuoto di questa stanza, e sei il vuoto in questa grigia distanza
Brucia l'assenza di me che ti resta. Solo il ricordo che ti brucia nella testa.
E’ il rimorso nelle vene che in vita tiene questa solitudine.
E anche sotto il tormento che ti piove addosso bruci lo stesso.
Ti cerco in mezzo al mare di carne
che al sole comincia ad imputridire.
Divampano i miei sogni in un incendio, ammiro bruciare il tuo riflesso.
La tua presenza (assenza) non è mai stata così reale (irreale).
Ti cerco in un passato che non potrà mai essere.
Mi brucio guardando lo scorrere del tempo,
come se non riguardasse ciò che contiene i miei pensieri.
Ed è di cenere questo presente: oggi ho ucciso i miei sogni.
Resto immobile, congelando con il respiro ogni cosa al suo posto.
Senza che subisca la tempesta di eventi che sconvolge ogni equilibrio.
Sorvegliando la posizione esatta di tutto ciò che c'è attorno,
mi guardo in tutto ciò che decade davanti ai miei occhi.
La monotonia dei cambiamenti, la sicurezza dell'eterno mutare.
L'umido, gelido abbraccio del buio è la sola certezza in questa vita.
Sei le mie ferite, nessun luogo mi protegge da te.
La solitudine è il prezzo della sopravvivenza.
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4. |
Inhale
09:13
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INHALE
Ogni notte annego in un veleno
inalo le mie ossessioni e smetto di distruggermi.
Ogni notte annego in un mare d’ombre
La mia vita mi appartiene solo quando decido di mentire.
Sono l'allucinazione più reale dei miei incubi,
Ogni alba esiste solo per concedere alla notte
di trafiggermi ancora con la tua pioggia spine.
Infinita
Ed ogni notte annego in una spirale verde,
ogni notte è un volto estraneo che mi trascina.
Immagini si sciolgono, distorte, ti richiamano.
Tutto invoca e corteggia la mia fine,
mentre precipito, resisto all'inevitabile
e mi aggrappo ad ogni antidoto
che esorcizzi la tua assenza,
che esorcizzi la mia presenza,
che mi faccia sopravvivere
solo perché in questo presente,
dove non ci sei più,
almeno nei miei ricordi
io possa continuare a guardarti
mentre inesorabilmente ti allontani da me.
Ancora, il dolore sempre nuovo
di due anime unite dalla ferocia
con cui è sepolto il nostro noi.
Fuori c'è comunque il sole ora. Secca l'aria e arde la pelle. È caldo.
L'acqua non disseta, il cibo non sfama, il sonno non riposa,
l'alcol non intossica, il dialogo non soddisfa.
Solo tu. Sete ora che non ci sei, sete di te.
Deserto intorno, miraggi di novità, sogni,
persone che quando le tocchi sfumano come nebbia.
E io sarei il fantasma? Il fantasma sono io?
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5. |
Excise
09:03
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EXCISE
Sulla mia fronte la pioggia/ha scritto il suo nome.
Il sole ha asciugato le lettere,/rendendole cenere.
Il vento ha dissolto la luce,/ha sparso i ricordi nel tempo.
Il dolore ha sporcato il suo nome,/ho smesso di ripeterlo.
Non serve mentire,/non basta dormire,/vomito ricordi/tra lamenti sordi.
Apro le mani,/con la testa china,/fino a domani/indosso ogni spina.
Ma trovi quiete,/mio grigio presente,/nella verde sete/che nutre la mente.
Vorrei cacciarti via/dolce follia,/sei parte mia/triste, cupa malinconia.
Il suo nome è veleno/sulla mia bocca.
A pronunciarlo ogni volta/assumo morte.
Dalle mie mani lacerate/fiorisce una rosa.
Seppellirò questo dolore/con lacrime rosse.
Arriverò ad odiarmi/pur di poter amare,
stringendo schegge di ricordi/come fossero petali di rosa...
Dimenticare sarà/l’unica verità,/il suo volto perderà/la sua sacralità.
Ma se la poesia/di rosso veste/da grondante follia/sboccerà celeste.
Indosserò i miei tagli,/perdonerò i miei sbagli/e con piedi pesanti/li renderò distanti.
I sentimenti/abbandonerò,/gli stupefacenti/non guariscono.
Il dolore appartiene al piacere/di sentirsi vivi.
Il vento sparge i ricordi/nel vuoto che mi hai donato.
Il sole inonda di luce/le crepe nelle mie paure.
Inghiottirò tutta la pioggia/cento gocce alla volta.
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6. |
Exhale
08:15
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EXHALE
Neanche dove non puoi più raggiungermi ti lascio andar via.
Anche dove ogni cosa è un nostro deserto vorrei raggiungerti.
La fine dell'inverno ha chiuso un altro anello,
dentro una primavera attesa in eterno.
In questo ultimo abbraccio qualcosa di più forte in noi
sopravvive al nostro distruggerci.
Distante in ogni spazio, d'istante in ogni tempo, la monotonia.
Per ogni mio frammento, per ogni tua spina,
ti sceglierei ancora, ti sceglierei sempre.
Non posso abbandonare ciò che sono.
Abbracciamoci mentre cadiamo in noi.
Abbandoniamoci, precipitiamo in noi.
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